mercoledì 22 marzo 2017

a proposito di

la condanna a morte post
ho preso uno spezzone del  film del 1957 diretto da Stanley Kubrick e tratto dal romanzo Orizzonti di gloria (romanzo) di Humphrey Cobb.
È il quarto lungometraggio di Stanley Kubrick che per la seconda volta si misura con scenari di guerra e con quel mondo militare che qui, come in diversi film successivi, sottopone ad una critica talmente severa da suscitare reazioni e prese di distanza.
La prospettiva di una promozione in caso di successo vince le perplessità del generale francese Mireau sull'opportunità di sferrare un attacco - richiesto dall'altro generale Broulard, suo superiore - al famigerato "formicaio", strategica e munitissima postazione tedesca, posta su una collina difficilmente espugnabile.
Per caricare i soldati, il generale Mireau passa personalmente in rassegna le truppe sistemate in interminabili trincee, cercando di spronarle e motivarle dopo mesi di logorante stallo: in tale occasione schiaffeggia un soldato in trance da esplosione ed impaurito. Il comando delle operazioni di attacco al "formicaio" è affidato al colonnello Dax, contrarissimo ad un'azione che avrà un prezzo umano mostruoso ed un risultato alquanto incerto, ma che si vede costretto ad obbedire.
Come previsto, l'attacco è un fallimento totale. Nessun francese riesce a raggiungere le posizioni tedesche e addirittura un terzo dei soldati rifiuta di uscire dalle trincee o ne è letteralmente impossibilitato dal fitto fuoco nemico. Informato della situazione, Mireau interpreta questo comportamento come codardia e ordina di aprire il fuoco contro le proprie prime linee ancora trincerate, come punizione/esortazione. Il comandante dell'artiglieria si oppone, pretendendo un ordine scritto. Ben prima che questo possa mai giungere a destinazione, l'offensiva si esaurisce miseramente.
Mireau, per dimostrare fermezza e scaricare sulle truppe la colpa di uno scriteriato attacco accettato per ambizione personale, sostiene con il Comando la tesi della codardia e propone la fucilazione di 100 uomini presi a caso. Il generale Broulard gli concede di prenderne tre, uno per ogni Compagnia coinvolta, che saranno sottoposti al giudizio di una regolare Corte marziale. Di fatto i tre prescelti sono solo in parte presi a caso: il caporale Paris è vittima di un conto aperto con il suo diretto superiore, spesso in preda all'alcol, il soldato Ferol è indicato dai suoi stessi commilitoniperché bollato ingiustamente come "asociale", e il soldato Arnaud è uno degli elementi più coraggiosi, già premiato due volte, e la sua scelta a sorte, l'unica, è solo un beffardo scherzo del caso.
Il colonnello Dax, valente avvocato parigino prima della guerra, assume la difesa dei suoi tre uomini (nonostante l'opposizione di Mireau), sebbene sia cosciente che la sentenza sia praticamente già scritta. Nel processo rivolge le sue accuse verso la Corte, che ritiene stia procedendo senza il minimo rispetto dei diritti della difesa ed in modo troppo sbrigativo e scorretto

Nessun commento: