Rendersi conto dei propri limiti è l'unico modo per superarli, ammettere la propria tristezza può essere una felicità inaudita, perchè vi germina la speranza, e quella forza vitale che è rabbia, è passione, è creatività, è volontà!
giovedì 8 maggio 2014
lavorava senza tregua
(ANSA) - ROMA, 8 MAG - Lavorava senza tregua pur di raggiungere gli obiettivi che il datore di lavoro, una grossa società di tlc, gli aveva assegnato. Stefano S. non si era mai lamentato. Ma un carico di undici ore di lavoro al giorno lo ha portato all' infarto. Per la Cassazione una morte del genere deve essere risarcita dal datore che non può ignorare "le modalità attraverso le quali ciascun dipendente svolge il proprio lavoro". Più di 800mila euro a moglie e figlia.
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1 commento:
Bella sentenza , vuol dire che nel mondo c'è ancora speranza.
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