lunedì 20 agosto 2012

lettera al presidente della repubblica

 tratto da http://www.anfp.it

Signor Presidente della Repubblica, del Senato e della Camera dei Deputati,

è con viva preoccupazione che l’Associazione Funzionari di Polizia guarda alle ripercussioni che il processo di revisione della spesa pubblica potrebbe avere sulla sicurezza, intesa come attività di contrasto alla criminalità, come tutela dell’ordine pubblico, ma anche come sistema di garanzia dell’equità e della parità di diritti e doveri dei cittadini, condizione irrinunciabile della salvaguardia dell’assetto democratico.
Se negli intenti del Governo la Spending Review dovrebbe rispondere alla finalità di ottimizzare l’attività di spesa, attraverso interventi di razionalizzazione da attuare sul fronte organizzativo, le azioni giudicate necessarie non sembrano corrispondere all’esigenza di effettuare la conversione benefica dei costi in investimenti destinati a migliorare l’efficacia dell’azione e l’efficienza.
L’impressione che se ne ricava è quella di una sommatoria di azioni occasionali indirizzate all’esigenza di “fare cassa”, mediante una rigida ristrutturazione e contrazione, piuttosto che strategiche rispetto a un programma che restituisca alla spesa il carattere di un impiego lungimirante in grado di comportare profitti sociali e benefici per la collettività.
In particolare per quanto riguarda il comparto della sicurezza sembra proprio che si tratti di sottrazione di risorse, attraverso tagli lineari che interessano il personale con una pesante riduzione dell’organico e che di conseguenza vanno ad incidere sulla qualità dell’offerta di sicurezza ai cittadini e sull’azione di controllo del territorio, proprio in una fase di crisi che alimenta malessere che da legittima manifestazione di scontentezza minaccia di sfociare in forme di protesta violenta.
Il nostro incrollabile spirito di servizio ci ha sempre sostenuto nel collocare i nostri problemi di categoria nel contesto più ampio dell’interesse generale.
Ma proprio per la nostra competenza e per la funzione che svolgiamo, che è a un tempo di tutela e di ascolto delle ragioni e delle esigenze dei cittadini non vogliamo esimerci dall’osservare che l’esigenza di mettere in campo soluzioni di esclusivo carattere “finanziario”, va a discapito dell’interesse generale, in termini di benessere, di salvaguardia e di difesa dei diritti. L’ “esposizione” al disordine e alla penetrazione criminale che questo momento storico favorisce come mai in precedenza è stato denunciato anche nella relazione dell’Intelligence Italiana al Parlamento del 2011, quando poneva l’accento sulla crisi economica e le vulnerabilità del sistema paese.
La preoccupazione ivi espressa è che la criminalità organizzata giovandosi della crisi di liquidità, propria della negativa congiuntura economica, ne approfitti per sviluppare e radicare il suo profilo affaristico nelle realtà del centro-nord secondo una logica predatoria, come bene evidenziato dall’indagine giudiziaria sull’inquietante vicenda che ha coinvolto persino l’ex presidente della Banca Popolare di Milano.
Ma la preoccupazione è anche che soggetti e gruppi oltranzisti di chiara matrice eversiva, sfruttino il disagio sociale per innalzare il livello di scontro con le Istituzioni. E purtroppo la conferma è arrivata con l’attentato compiuto a Genova, lo scorso maggio, ai danni dell’ingegnere dell’Ansaldo, Roberto Adinolfi.
Eppure il provvedimento non sembra curarsi di queste minacce reali, prevedendo il blocco delle assunzioni per oltre 18.000 unità nei corpi di polizia e non dando risposte sulla paventata ipotesi di chiusura delle Questure e dei presidi provinciali delle altre forze di polizia. La Spending Review prevede infatti da oggi al 31 dicembre 2015, un taglio degli investimenti per la sicurezza per un ammontare di 618 milioni di euro, con una contrazione” degli investimenti e della relativa spesa che comporta pesanti ricadute su tutti i corpi di polizia (carabinieri, poliziotti, finanzieri, forestali e penitenziari) con un taglio dell’organico che nel 2015 ammonterà a n. 18.755 unità. La riduzione dell’organico della Polizia di Stato per le mancate assunzioni dal 2012 al 31 dicembre 2015 ammonterà a 7 mila poliziotti, mentre il blocco del turn over indurrà pesanti ricadute anche sull’innalzamento dell’età media delle forze dell’ordine, il cui sistema per quanto riguarda i servizi operativi, è stato già compromesso negli anni scorsi. Le forze di polizia erano già pesantemente in sotto organico (per la sola Polizia di Stato, oggi, esso ammonta a 16 mila unità in meno, un vuoto che salirà entro il 31 dicembre 2015 a meno 22 mila agenti), determinando un vero stato di crisi con la chiusura di numerosi presidi di sicurezza sul territorio.
Sentiamo dunque l’obbligo di esprimere preoccupazione per interventi che avrebbero l’effetto di disarmare lo Stato e la democrazia in una fase di grave debolezza, esponendo i cittadini già provati dalla pressione dei sacrifici, a ulteriori elementi di incertezza e paura del presente e del domani, e gli operatori della sicurezza alla frustrazione di non poter assolvere ai propri compiti con la necessaria e responsabile efficienza e con la piena soddisfazione del compimento del proprio dovere.
Consapevoli dell’attenzione vigile e tenace che Lei, Signor Presidente, riserva al tema della sicurezza come componente essenziale della conservazione attiva della nostra democrazia, Le rivolgiamo un appello a sollecitare una analoga vigilanza e un impegno concreto da parte del Governo, raccomandando che si tenga conto della necessità di conciliare le esigenze di razionalizzazione delle spesa con le più alte e irrinunciabili istanze di tutela delle garanzie dei cittadini.

Enzo Marco Letizia

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