Heinrich Himmler, capo della Gestapo, la sceglie come moglie per Karl
Otto Koch, per formare la coppia modello del regime nazista, quella a
cui tutti i tedeschi dovevano aspirare.
Karl ottiene una promozione,
diventando colonnello del campo di concentramento di Sachnhausen, dove
presto sarà conosciuto per la sua fama di “sadico aguzzino”, e dove la
moglie scoprirà il suo lato più oscuro.
Tra quelle mura, costruite
dagli stessi prigionieri con sangue e sudore, Ilse conduce una vita
agiata, circondata da lusso e privilegi, godendo della sofferenza
altrui. Agli inizi si concede dei piccoli vezzi, come farsi chiamare dai
prigionieri con titoli nobiliari, ma poi, accortasi del piacere che le
procura ammirare i flagelli e le piaghe degli “elementi antisociali” si
spinge ben oltre. Durante le sue passeggiate mattutine frusta i detenuti
che incrociano il suo cammino, arrivando anche a farli uccidere a forza
di percosse, se incontra una donna incinta le aizza contro il proprio
cane lanciando gridolini di piacere.
Non soddisfatta, la notte
organizza delle orge saffiche con le mogli degli ufficiali, per poi
passare agli altri componenti delle SS, arrivando ad avere rapporti con
una dozzina di uomini alla volta. Ben presto acquista la fama di sadica
ninfomane, fama confermata da una nuova sua perversione: sceglie i
detenuti più piacenti per poi praticare il voyeurismo mentre li
costringe ad ogni sorta di atto sessuale.
Col passare del tempo
diventa sempre più ossessionata dal proprio fisico e dalle emozioni che
questo suscita nel sesso opposto, così decide di farsi trovare in
topless ogni qual volta arriva una nuova carovana e chiunque si fosse
girato a guardarla sarebbe stato massacrato lì, davanti a tutti.
L'ossessione per il corpo umano continua a crescere, la casa in cui vive
con la famiglia è decorata dalle teste rimpicciolite dei prigionieri,
da paralumi fatti di pelle umana (preferiva quella degli zingari e dei
prigionieri di guerra russi) e da inquietanti quadri in cui vi erano
lembi di pelle umana tatuata, precedentemente scelti dalla donna in base
al disegno impresso.
Il
marito non è da meno, è solito torturare i prigionieri con un frustino
modificato con lame di rasoio, approva l'uso degli schiacciapollici e
dei ferri per marchiare, ma più di tutto ama l'uso degli animali.
Appena
arrivato nel campo si fa costruire uno zoo privato, la sua gabbia
prediletta è quella contente un orso e un'aquila, l'orso attacca il
malcapitato squarciandolo e smembrandolo, l'aquila becca i resti mentre
Karl si gode tranquillamente lo spettacolo.
Per tutti gli anni della
guerra la mostruosa coppia continua imperterrita questi aberranti atti,
tant'è che perfino il Terzo Reich li richiama innumerevoli volte per
“atti di eccessiva brutalità, corruzione e infamia.”.
Nel 1941 inizia
la discesa dei Koch, Karl viene trasferito nel campo di concentramento
di Majdanek, in Polonia, e Ilse, separata dal marito, perde la posizione
di rilievo e intraprende diversi rapporti con gli ufficiali delle SS,
stando attenta a non attirare l'attenzione.
Dopo pochi anni Karl
viene condannato per altre accuse e fucilato nello stesso campo in cui
si era divertito a spezzare vite umane. Ilse fu assolta per mancanza di
prove, finché nel 1947 fu nuovamente arrestata. Durante la sua
permanenza in carcere rimane incinta di un detenuto e approfitta della
situazione per rimandare il processo. Finalmente, dopo svariati errori
giudiziari,viene processata e condannata.
La pubblica accusa dichiarò “Se mai un grido è stato udito nel mondo, è quello degli innocenti torturati e morti per mano sua”.
Nel
1967 Ilse si uccide impiccandosi con le lenzuola, lasciando una lettera
a suo figlio dalla quale non traspira alcun senso di rimorso o
dispiacere per le atrocità compiute, al contrario si lamenta di essere
stata un capro espiatorio e rivela che l'unico modo per uscire da quella
situazione è la morte.
Nessun commento:
Posta un commento