Si chiama Andrea Fruncillo, 44 anni, ex agente della Polizia Penitenziaria. Lui era tra quelli che giornalmente assistevano ai pestaggi che accadevano all’interno del carcere di Asti. Andrea per non dissociarsi girava la faccia dall’altra parte. I particolari sono agghiaccianti.
Tutti riscontrati nel processo di primo grado conclusosi a fine gennaio scorso e che ha visto “TUTTI ASSOLTI”.
Il Giudice spiegò molto accuratamente il perché non condannò le guardie. Raccontò un sistema di brutalità – detenuti appesi a cardini per i lacci delle scarpe, detenuti cui viene fatto lo scalpo, detenuti privati del sonno e del cibo, detenuti picchiati ripetutamente nel sonno – che è emerso dal dibattimento “al di là di ogni ragionevole dubbio”.
I fatti in
questione, scrisse nero su bianco, sono qualificabili come TORTURA, ma
nel codice penale italiano manca tuttavia un tale reato. Per tale motivo
il Giudice spiegò di non essere in grado di punire nessuno degli
imputati. E ciò nonostante il sistema di violenze e intimidazioni fosse,
appunto, sistematico, strutturato, organizzato, tollerato.
fatto lo scalpo: strappare il cuoio capelluto.
guarda reportage su : http://www.corriere.it/inchieste/ecco-come-pestavamo-detenuti-carcere/353fa4e2-946e-11e1-ae3e-f83a8e51ff45.shtml
fatto lo scalpo: strappare il cuoio capelluto.
guarda reportage su : http://www.corriere.it/inchieste/ecco-come-pestavamo-detenuti-carcere/353fa4e2-946e-11e1-ae3e-f83a8e51ff45.shtml
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